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venerdì, 7 Marzo 2008

Cetoli: «San Donà torni leader»

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{Sala gremita al centro civico per il candidato dei Democratici} SAN DONA’. Corsa in solitaria per il Partito Democratico che sostiene l’avvocato Carlo Cetoli. Ieri al centro culturale affollato di gente, si attendeva l’arrivo del ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, che purtroppo non ha potuto presenziare all’incontro. Circa 250 persone in sala per ascoltare Cetoli e i suoi supporter. Presenti i deputati Rodolfo Viola e Andrea Martella, poi il presidente della Provincia, Davide Zoggia, ed il consigliere regionale Giampietro Marchese, oltre ai vertici provinciali e locali del Partito Democratico. Il coordinatore locale del Pd, Luca Marusso, ha annunciato senza mezzi termini che il Partito Democratico a San Donà correrà senza apparentamenti, sostenendo la candidatura di Cetoli. Ogni dubbio è dunque fugato, dopo che era parsa possibile una coalizione di centrosinistra con le altre forze che invece correranno a loro volta da sole al primo turno. Tra queste Italia dei Valori, Sinistra l’Arcobaleno e la lista civica Sinistra e Partecipazione. Poche parole, discorsi brevi e spazio subito al candidato. E lui, «l’avvocato» come viene chiamato senza presunzione, ma con il solo riferimento alla professione, ha parlato a braccio: pochi concetti semplici e senza fronzoli. «Vorrei una San Donà ancora leader nel Veneto Orientale – ha ribadito Cetoli con qualche accenno al suo programma – con una maggiore partecipazione alla cosa pubblica». Il candidato a sindaco del Partito Democratico ha ricordato le debolezze nella sanità, la viabilità, ma anche la cultura o lo sport abbracciando un po’ tutti i settori della politica locale. Superare l’isolamento di San Donà che non ha spiccato quel salto che tutti si attendevano nel Veneto Orientale. Questo il leitmotiv della giornata politica. I vari interventi che si sono succeduti hanno evidenziato il bisogno di recuperare l’antica centralità della città all’interno di un territorio in evoluzione e che attende tante risposte che non ha avuto. Non più la cultura del villaggio, con i fiori e le feste di piazza, ma una città che sappia essere leader e punto di riferimento vero, affrontando i bisogni reali senza mascherarli. Un concetto condiviso anche dai deputati e degli altri rappresentati del Pd, che adesso mira alla conquista della città sulle rive del Piave, scontrandosi giocoforza con il Popolo delle libertà di Francesca Zaccariotto. (Giovanni Cagnassi)

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