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venerdì, 21 Marzo 2008

Cetoli e Fioroni: «Investire sui giovani»

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SAN DONA’. Scuola e giovani in primo piano, il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ieri al Da Vinci per presentare il candidato sindaco del Partito Democratico, Carlo Cetoli. Il ministro Fioroni, accompagnato dal candidato alla Camera Rodolfo Viola ha ribadito l’impegno nella corsa dei Democratici alle politiche e senza alleati scomodi. Ha fatto dei precisi riferimenti a Bertinotti e Pecoraro Scanio, abbandonati in questa competizione elettorale per non essere più ostaggi delle mediazioni che hanno tentato sul governo. «Non dovremo più mediare come sta facendo il centrodestra – ha detto Fioroni – dobbiamo dare risposte chiare e differenziate all’Italia in modo tale che il Nord possa rimettersi in moto il Paese. Ma la nostra vera politica è per i giovani sui quali dobbiamo investire, trentenni compresi. Il centrodestra sta lavorando per persone di 50, 60, 70 anni, noi dobbiamo pensare ai giovani perché possano lavorare senza monopoli, perché possano fare tassisti, piuttosto che medici o farmacisti con le stesse opportunità. Ma soprattutto dobbiamo liberarli da questo debito pubblico spaventoso». Sul fenomeno del bullismo, Fioroni è stato chiaro. «E’ importante dare un segnale forte all’insegna della cultura della legalità – ha aggiunto – applicare i nostri provvedimenti nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica sulla base di regole certe». Carlo Cetoli ha a sua volta puntato sulla scuola e in particolare la zona di Mussetta. «Qui – ha detto – stiamo pensando ad una nuova materna, un asilo nido, e anche una elementare per una frazione di 10 mila abitanti che sta crescendo. Questa amministrazione è intervenuta solo con delle ristrutturazioni, tra l’altro programmate dalla giunta precedente, e che partono dal 1992, quando io stesso ero assessore alla cultura. Credo inoltre che si debba nuovamente consolidare l’università che abbiamo perso, o con una nuova realtà o come sede staccata. Infine pensiamo ad un campus studentesco nella zona delle scuole superiori perché siano collegate e messe in rete». Giovanni Cagnassi

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