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venerdì, 5 Dicembre 2008

Zottis: occorre meno superbia e più dialogo

https://pdsd.it/205

Francesca Zottis, 29 anni, è la prima coordinatrice donna della storia del Partito Democratico a San Donà.
Come vede San Donà, dopo 6 anni di centrodestra?
“Vedo una realtà abbastanza isolata rispetto alle sue potenzialità, sia in termini di sviluppo che di servizi. San Donà poteva giocare un ruolo di primo piano nella realtà territoriale del Veneto Orientale, mentre non siamo collegati agli altri Comuni, si veda ad esempio la vicenda della gestione dei rifiuti.

Non credo sia molto qualificante da parte del sindaco Zaccariotto scaricare sugli altri le colpe del mancato dialogo. La sua partecipazione alla Conferenza dei sindaci è stata limitata e poco proficua, privilegiando forse il dialogo con i suoi referenti politici, ai livelli istituzionali sovracomunali. Va sottolineata la necessità di un maggiore dialogo con le associazioni di categoria. Non è stato più portato avanti il progetto di Città del Piave. E’ vero che oggi bisognerebbe andare anche oltre le dimensioni di quel progetto, ma la Città del Piave poteva essere un primo elemento di dialogo per avviare una programmazione territoriale a rete: penso a una pianificazione migliore delle aree industriali e artigianali, ma anche alla valorizzazione di quel polmone verde che è il Piave, da valorizzare attraverso un risanamento idraulico e come via d’acqua a valenza turistica. E invece il vaporetto, del Piave è stato lasciato morire”.

La Città del Piave però sembra ormai defunta …
“Di certo da parte della giunta Zaccariotto, ma anche dell’Amministrazione di Musile, mi sembra non ci sia la volontà di riprenderla. Ma da sola San Donà non fa massa critica. E allora, se in futuro le Amministrazioni dovessero cambiare, potrebbe essere un fattore di rilancio per la Città del Piave, ma anche per il rapporto coi Comuni vicini come Meolo e Ceggia”.
Che ruolo allora nel territorio per San Donà?
“Abbiamo grosse potenzialità, ma non possiamo pensare di giocarcele da soli. San Donà deve ricoprire un ruolo da leader, ma deve dimostrare di poterlo essere, con la capacità di offrire servizi e programmazione territoriale. Se non fa questo non può considerarsi leader. Oggi San Donà è isolata. Per noi la sua centralità va cercata nella collaborazione con i territori vicini; mentre il sindaco Zaccariotto sembra vederla nel rapporto diretto col vertice politico. Questo magari ti può agevolare nella ricerca di finanziamenti, ma, nel momento in cui San Donà vuole riaffermare il suo ruolo, non può prescindere dal cercare una mediazione col territorio. Non può Zaccariotto continuare ad arroccarsi in prese di posizione politiche contro Jesolo o Musile o non voler collaborare con le giunte di centrosinistra. Il ridimensionamento dell’organico del Tribunale è un esempio di questa perdita di ruolo da parte della città”.

Com’è il rapporto del Pd con la maggioranza?
“Abbiamo un buon gruppo consiliare che vuole dialogare con la maggioranza, però non mi sembra ci sia una ricerca di dialogo con noi. Sarebbe auspicabile pensare a un confronto foriero di progetti con visione a medio e lungo termine e la consapevolezza che anche l’opposizione può concorrere a migliorare la qualità della vita della collettività”.

Che San Donà immagina tra vent’anni?
“Sostanzialmente la immagino come la città dei servizi, che poi era la sua identità. Penso a una San Donà come il polo dei servizi, con un grande centro pedonalizzato che ospita manifestazioni culturali e, all’esterno, un centro fieristico e quella città dello sport di cui si è parlato, ma di cui poi non si è fatto nulla. Ma penso anche a una San Donà che sappia offrire integrazione, servizi sociali a misura di bambino e possa essere il luogo di attrazione pure per l’associazionismo. Quanto allo sviluppo demografico, direi che siamo ormai al punto di rottura, non possiamo pensare di superare di molto le cifre a cui siamo arrivati. Ma, d’altro canto, anche la programmazione demografica andrebbe fatta insieme ai Comuni limitrofi. Inoltre auspico che la nostra città abbia un ruolo importante nel contesto delle scelte che a vari livelli si stanno prendendo, quali quelle collegate alle grandi infrastrutture (Alta velocità, corridoio 5, terza corsia) e alla modernizzazione del sistema su ferro quale ad esempio la metropolitana di superficie”.
G.M.

da “Progetto Veneto Orientale”, novembre 2008

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