martedì, 3 Febbraio 2009

Sul bilancio

https://pdsd.it/246

La seduta del 19 e 22 dicembre 2008 è stata essenzialmente incentrata sul Bilancio Preventivo del Comune per il 2009.
Si è trattato di una serie di 11 delibere, votate una per una, in realtà tutte tecnicamente collegate in un’unica manovra finanziaria che costituisce nel suo complesso il Bilancio 2009.
Più sotto riportiamo, come al solito, i singoli argomenti ed il voto del Partito Democratico su ciascun punto (che è variato –logicamente–  in base al contenuto tecnico dei singoli provvedimenti, in alcuni casi mera ricezione del disposto di legge, o poco più). Ma è chiaro che il solo nostro giudizio politico che conta è quello sull’insieme della programmazione economico-finanziaria per l’anno entrante.
E’ anche pienamente scontato che il nostro voto fosse contrario, ed è logico che così sia nel rispetto del corretto rapporto tra una maggioranza ed una minoranza democratiche. Quel che diventa significativa però, è l’analisi che abbiamo fatto della manovra di Bilancio e le pesanti motivazioni che hanno sostanziato il nostro giudizio negativo.
Questo primo bilancio della seconda amministrazione Zaccariotto imposta di fatto da subito tutto il quinquennio 2008-2013, dando una chiarissima idea della rotta che si intende tenere e facendoci purtroppo intravedere in modo anche troppo chiaro dove si vuole portare San Donà.

Il decennio Zaccariotto sarà un decennio di spese.

Dal 2003 al 2008 si è speso facendo ricorso all’aumento dell’imposizione fiscale sui cittadini sandonatesi (I.C.I. ed addizionale IRPEF, che pure il centrodestra quando si opponeva alla Giunta Magnolato aveva promesso di ridurre) e ad un progressivo e sempre più pesante indebitamento. In 5 anni il debito pro capite di ogni sandonatese è più che raddoppiato, tanto che anche i Revisori del Conto hanno lanciato l’allarme su questa pericolosa tendenza.

Evidentemente era molto difficile pensare di proseguire su questa strada e già in campagna elettorale il PD ha ripetutamente, e inutilmente, chiesto a Zaccariotto con quali fondi pensasse di poter realizzare il fastoso programma con cui si presentava al voto. Ora lo sappiamo.

La nuova legge finanziaria di Tremonti (approvata di gran carriera già entro l’agosto 2008) per rispettare le promesse elettorali di Berlusconi ha abolito l’ICI sulla prima casa, dando con questo una mazzata pesantissima ai bilanci comunali che si son visti privati di una delle maggiori e più sicure fonti d’entrata. Con la stessa Finanziaria però Tremonti ha anche introdotto una grossa novità: i Comuni hanno ricevuto la possibilità di vendere (alienare, nel linguaggio giuridico) i beni del proprio patrimonio immobiliare innalzandone persino il valore mediante specifiche varianti urbanistiche; varianti che diventano automaticamente operative, scavalcando addirittura la normale procedura, senza né osservazioni né controlli, con la semplice approvazione in Consiglio di uno specifico provvedimento (detto PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI IMMOBILIARI. AI SENSI DELL’ ARTICOLO 58 DEL D.L. 122/2008 CONVERTITO IN LEGGE 6 AGOSTO 2008, N.133).

E’ sullo spregiudicato uso di questo strumento che l’Amministrazione ha costruito il Bilancio per il 2009 -e in realtà anche per gli anni seguenti. Ne vien fuori un documento che più che il bilancio di un Comune sembra quello di una Società Immobiliare.

Il Piano prevede la vendita di 22 proprietà comunali, alcune delle quali di notevole pregio (lo Stadio Zanutto e il parcheggio accanto che diventano area edificabile, il palazzo dell’ex-pretura all’entrata di piazza Indipendenza) per un valore (del tutto presunto e oltretutto non disaggregato) di quasi €. 9.000.000 [novemilioni di euro-esattamente €. 8.886.500] per il solo 2009 !

E’ questa la colonna portante sui cui si regge la manovra.

Una manovra che non pratica alcuna reale riduzione della spesa corrente (la quale continuerà quindi a salire secondo l’abituale trend, accrescendo ancora la rigidità del bilancio); una manovra che prevede invece, seguendo il proposito elettorale, un corposo programma di spese per investimento (€. 13.713.586), che naturalmente va esaminato nel dettaglio, coperto dalle vendite per il 64,8 %.

Intanto è già difficile credere che la macchina burocratica comunale riesca realmente a rendere spendibili in un anno quasi 14 milioni di euro. Specialmente se all’elenco delle opere programmate per il 2009 aggiungiamo quello delle molte opere ancora in corso dal 2008 o dagli anni precedenti e non ancora compiute (l’adeguamento dello stadio del Rugby, gli interventi sulla piazza di Calvecchia, la palestra delle elementari Forte ’48, gli interventi sulla piazza di Cittanova, i lavori per la sistemazione di via Baron, gli interventi sull’elementare Trentin…).

In queste condizioni è impensabile che davvero si concretizzino nel solo anno lavori per quasi €. 14 milioni. Diciamo che sarebbe una prestazione da record; ma questo naturalmente lo vedremo tra 12 mesi. E’ chiaro invece che si vuole fissare da subito la direttrice blindando con questo bilancio la linea amministrativa che si intende seguire, costi quel che costi.

Invece ci sono altre serie considerazioni da fare.

Nel periodo che è passato tra le elezioni (e l’approvazione della Finanziaria) e la discussione del nostro Bilancio, è esplosa la crisi economica mondiale, che proprio nel 2009, secondo ogni previsione, colpirà con la maggiore durezza anche la nostra economia e che -solo per i più ottimisti tra gli esperti- nel 2010 potrà al massimo attenuarsi, ma non è sicuro.

Tra gli altri effetti, la crisi sta già colpendo l’intero settore edilizio e bloccando un mercato immobiliare che già per proprio conto dava seri segnali di rallentamento ancor prima del crollo finanziario negli USA.

Nessuna teoria economica, nessun consigliere economico, nessuno che conosca il settore vi dirà che questo, col mercato fermo o in ribasso, è il momento migliore per vendere case o terreni.

A meno che non si sia proprio costretti a farlo.

Ora: il nostro Comune è costretto a vendere? Ed è costretto a farlo proprio adesso?

La somma che si suppone di ricavare dalla vendita, esattamente €. 8.886.500, viene indirizzata ai seguenti investimenti:

  • € 5.386.500,00 per realizzare :
    • il nuovo Teatro Astra,
    • capannoni per servizio tecnico comunale e protezione civile,
    • la palestra della scuola elementare del Forte ‘48
    • non meglio specificate acquisizioni immobiliari (€. 900.000)
  • i restanti  € 3.500.000,00 vanno tutti a spese che non reintegrano il patrimonio immobiliare: dalla manutenzione delle strade al Piano del Traffico, dalla recinzione (chissà poi perché?) di un Parco ad impianti di illuminazione

Quest’ultima cifra rivela che il risultato dell’operazione immobiliare sarà un preoccupante impoverimento secco del patrimonio dei cittadini sandonatesi.

La precarietà della situazione è chiara

La sottolineano anche i Revisori nella loro relazione: “nell’anno 2009 si produrrà uno squilibrio tra entrate correnti e spese correnti da ripianare in parte (€. 250.000) con cessioni patrimoniali…” –scrivono. Ossia una parte del ricavato della vendita del patrimonio servirà a turare parzialmente un buco di bilancio. Ma i Revisori non si fermano qui; la frase prosegue: “…ed in parte con proventi derivanti da permessi a costruire, stimati in €. 2.080.000, e…tale stima potrebbe venire disattesa dagli effetti dell’attuale crisi economica generale ed in particolare dalla congiuntura che ha già colpito il comparto edilizio di San Donà di Piave…”. Insomma la crisi dell’edilizia minaccia anche un’altra essenziale fonte di entrate per il nostro comune che è quella delle concessioni edilizie e questo potrebbe mettere in discussione l’equilibrio d’assieme del bilancio. Infatti il Collegio dei Revisori “…raccomanda una responsabile inziativa nell’assunzione degli impegni di spesa preventivati.”

E ricordiamoci che dietro a questo resta comunque la non rosea situazione debitoria accumulata tra il 2003 ed il 2008. Ce lo ricordiamo anche perché sono i Revisori stessi a rammentarcelo: “Il Collegio raccomanda che eventuali plusvalenze derivanti dalla cessione di immobili…siano prioritariamente destinate alla riduzione dell’indebitamento previsto per gli anni 2010 e 2011”.

Già perché la manovra da quasi 9 milioni di euro riguarda solo il 2009, ma Zaccariotto programma di continuare a aumentare la spesa anche negli anni seguenti, come accennavamo prima; e per quello, non bastando neppure la vendita del patrimonio, prevede di fare altri debiti.

E i Revisori fanno suonare un campanello d’allarme: se la vendita fruttasse più del previsto, evitate di fare altri debiti.

Ma la vendita, nella situazione dell’edilizia che loro stessi constatano, potrà davvero fruttare tanto?

Bisognerà vedere la manovra effettiva, naturalmente, ma intanto che previsioni possiamo avanzare?

I beni che ci si propone di vendere hanno realmente questo valore? Quali valgono quanto? Si è fissata una cifra prudenzialmente bassa, esatta o gonfiata? Impossibile dirlo, leggendo il Bilancio Zaccariotto: non è stata fatta nessuna stima tecnica, solo una approssimativa valutazione di cui non è dato conoscere nemmeno i criteri; addirittura non si è nemmeno andati a stimare -neppure con questo metro grossolano- ogni singolo immobile: ci si è limitati ad una stima all’ingrosso del possibile valore d’assieme.

Il sospetto, diciamolo chiaramente, è che si sia usato un semplice artificio contabile: valutata la somma di cui si pensava di avere bisogno per le spese da fare, si è iscritta la cifra corrispondente come valore del patrimonio da vendere.

E poi si riuscirà davvero ad incassare il valore reale degli immobili? Si riuscirà ad incassare, nella vendita all’incanto, va ricordato, il valore stimato ed iscritto a Bilancio?

Il rischio (forte rischio) è quindi di svendere, non di vendere. Di fare cioè non gli interessi di chi vende (i proprietari cioè noi, i cittadini di San Donà), ma di chi comprerà.

Dobbiamo proprio farlo? 

Il PD pensa di no.

Noi pensiamo che, nella situazione economica che abbiamo davanti, ma in realtà già qui addosso, una scelta di buona amministrazione sarebbe stata quella di cambiare il programma elettorale, adeguandolo al mutare della realtà.

Perciò:

  • Rinviare alcune spese, pur interessanti e fors’anche meritevoli, ad un momento in cui le condizioni del sistema economico daranno maggiore sicurezza e tranquillità.
  • Tenersi stretti almeno alcuni dei preziosi beni il cui valore non è certo destinato a diminuire ed è invece sensatamente più alto di quello che si potrà ricavarne in queste difficili circostanze di mercato o tenendoli di riserva nel caso dovessero affacciarsi davvero situazioni di emergenza in futuro.
  • Sostenere invece addirittura con una diminuzione della pressione fiscale, anche più che altro simbolica se è il caso (visto che i margini di azione non sono molto ampi), la comunità cittadina di cui alcuni strati si troveranno sicuramente in difficoltà nella crisi che avanza.
  • Rafforzare i servizi, in particolare, vista la congiuntura i servizi sociali per le figure ed i segmenti più deboli della nostra comunità.
  • Dare anche una significativa lezione di sobrietà, riducendo le spese di immagine, di rappresentanza a vantaggio dello strettamente indispensabile.
  • Studiare dei programmi di risparmio e riduzione della spesa fissa (e i modi non mancano di sicuro ad esempio col risparmio energetico).

 

Il centrodestra, nella sua presentazione della manovra di bilancio, ha enfatizzato –come fa da anni– l’idea di un bilancio che aumenta gli stanziamenti soprattutto sul sociale

Ma che ci sia una particolare attenzione al sociale e soprattutto che questi interventi siano adeguati a fronteggiare la situazione di crisi economica non corrisponde alle cifre del bilancio approvato.

Esaminiamo il quadro della spesa sociale: 

Voce 2008 2009 Differenza
Asilo nido 242.000 € 255.000 € + 13.000 €
Rette ricovero minori 290.000 € 300.000 € + 10.000 €
Rette ricovero anziani e disabili 1.039.000 € 1.050.000 € + 11.000 €
Assistenza domiciliare anziani 110.000 € 110.000 € +          0 €
Iniziative volontariato 27.000 € 30.000 € +   3.000 €
Interventi assistenziali indigenti 310.000 € 350.000 € + 40.000 €
Fondi comunale sostegno locazioni 15.000 € 30.000 € + 15.000 €
Quota ULSS per servizi sociali 751.000 € 760.000 € +   9.000 €
Trasferimenti a scuola materne parrocchiali 441.000 € 402.000 € – 39.000 €
TOTALE DELLE VOCI DI CUI SOPRA 3.226.000 € 3.287.000 € + 61.500 €

L’aumento quindi c’è davvero, ma…buona parte dei servizi di cui sopra (e quindi le spese collegate) si riferiscono a situazioni che non c’entrano con la crisi e che hanno carattere, purtroppo, di ricorrenza e ordinarietà: ad esempio: di anziani ce ne saranno sempre di più (visto l’allungamento dell’aspettativa di vita), speriamo anche di bambini per l’asilo nido, così come le situazioni relative ai minori in condizioni di disagio non sono direttamente riconducibili all’attuale crisi; la situazione di difficoltà economica in cui ci troviamo ora, invece, è una situazione straordinaria e, come tale, richiede interventi non ordinari;

Ma intanto la crisi avanza: la “3B” di Salgareda, dove lavorano molti sandonatesi, ha drasticamente ridotto i turni e i giorni di lavoro con le conseguenti ricadute sui lavoratori; la Lafert sta lasciando a molte unità di personale, a fine anno 22 persone sono a casa a seguito della chiusura del macello di conigli (ex macello consortile)…E purtroppo è solo l’inizio.

è del 6% mentre per la nostra Regione si attesta al 3% circa.

Considerando il tasso di disoccupazione su scala nazionale e regionale per il nostro Comune si rischia la disoccupazione di circa 600 persone. Questi dati, però si fermano allo scorso mese di settembre e non tengono conto, quindi, di quanto avvenuto successivamente e accadrà il prossimo anno.

Sarebbe stato il caso che l’Amministrazione, con l’aiuto delle associazioni di categoria e dei sindacati, verificasse la stima del numero di persone che già sono o che saranno colpite da questa situazione, magari prospettando scenari diversi, di maggior o minor gravità.

E noi abbiamo anche avanzato possibili proposte concrete, su cui eravamo e siamo pronti a collaborare con chiunque:

  • agire sugli istituti di credito per trattare e fissare condizioni di interesse su mutui e/o prestiti per i cittadini a condizioni più basse rispetto a quelle di mercato;
  • concedere forme di “prestito d’onore” a tasso zero sino al superamento di questa congiuntura;
  • concedere significativi contributi a fondo perduto per situazioni di particolare difficoltà (ipotizzando per il prossimo anno un migliaio di persone in difficoltà, la cifra messa a disposizione dall’Amministrazione, vale a dire circa 55.000 € in più rispetto al 2008, distribuirebbe in media circa 55 € a testa);
  • calmierare il prezzo degli affitti cercando un accordo tra rappresentanti dei proprietari e rappresentanti degli inquilini;

Abbiamo anche proposto che si cominciasse con l’aumentare l’esenzione dall’addizionale IRPEF ai redditi fino ai €. 20.000 annui. Ma questa proposta è stata respinta, dicendoci tra l’altro che la cifra che proponevamo era una miseria.

Una miseria? Equivale a circa 15 volte l’aumento di spesa che risulta dalla tabella qui sopra!

Un altro ritornello della maggioranza è ribadire che con questo bilancio non ha aumentato l’imposizione fiscale sui cittadini.

Il che è vero ed insieme è falso: aumentano infatti le tariffe dei servizi a domanda individuale (quelli per cui i cittadini che ne fanno uso pagano una tariffa, come il trasporto scolastico, le mense, i soggiorni climatici…) i cui prezzi vengono “aggiornati”, naturalmente al rialzo.

Bene certo che la pressione del fisco comunale non sia aumentata, tanto avrebbe potuto, dato che a San Donà è già al massimo consentito!

Ma ricordiamo che il PD aveva proposto, come abbiamo già visto, di fare ancora di più: di  ridurla.

Queste in sintesi le ragioni per cui abbiamo sostenuto che questo Bilancio 2009 non contiene le scelte migliori per l’immediato futuro della nostra città.

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