sabato, 5 Giugno 2010

Dall’incontro a Ceggia

https://pdsd.it/749
Sabato 22 maggio a Ceggia abbiamo incontrato Paolo Feltrin.
Il dibattito è stato sicuramente stimolante e il relatore ha posto diversi interrogativi sul nostro partito. Credo che il messaggio su cui si debba riflettere sia la nostra capacità di proporre in modo positivo, ma concreto, soluzioni che interpretino il cambiamento. Questo non deve, però, indurci a rinunciare ai nostri valori, all’identità del centro sinistra.
E’ necessario rispettare la storia da cui derivano le radici del PD, quei valori che anche i nostri elettori e potenziali elettori ricercano. Ideali di equità e giustizia sono e devono rimanere dei punti fermi; sarebbe un errore cercare di clonare e rincorrere il modello leghista.

Dovremmo pensare al modo per radicarci nel territorio, non attraverso un mero presenzialismo, ma attraverso delle idee chiare che rendano riconoscibile il PD come partito che ha programmi e progetti.

Aspetti importanti del nostro dibattito sono la modernizzazione dello stato, equità  e legalità, parole che ricorrono spesso nelle nostre proposte. Si tratta di principi che possono rispecchiare la volontà di un partito che sta progettando un nuovo modello di welfare, che pone al centro la persona, il rispetto e la valorizzazione del territorio. Modernizzazione dello Stato intesa come capacità di mettere in moto processi che garantiscano e non detraggono, come pericolosamente sta succedendo adesso, il ruolo di controllo  dello stato..

Non si parla più di processi di liberalizzazione, ma di mera privatizzazione dei servizi come l’acqua.

Altri importanti principi guida sono l’equità e la legalità ovvero la garanzia di pari diritti e doveri nel rispetto delle regole, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di doverle e poterle rispettare. L’evasione fiscale deve essere combattuta con chiare manovre strutturali, altrimenti il carico fiscale continuerà a pesare sulle tasche dei meno abbienti, di quelle piccole e medie imprese che sono il fulcro dell’economia veneta.

Sul problema dell’immigrazione deve essere fatta una chiara riflessione sulle condizioni con cui noi accogliamo queste persone. E’ giusto pretendere da loro il rispetto delle regole, a noi il dovere di dare garanzie di una vita civile e di diritti conformi alla nostra Costituzione.

La legalità  intesa come il rispetto delle regole, si ottiene attraverso riforme strutturali della giustizia, ma prima di tutto riforme culturali. Si tratta di avviare processi che rimettano al centro il ruolo dei luoghi e delle istituzioni deputate a garantire tutto ciò – forze dell’ordine, magistrati…Tutto questo è possibile se si cerca di avviare un processo culturale di responsabilizzazione ed umanizzazione delle condizioni di vita.

L’attenzione deve essere rivolta al sistema scolastico, alla ricerca scientifica, all’economia, al sistema socio-sanitario ed allo sviluppo produttivo ed infrastruttruale. Tutto cio’ attraverso processi di ammodernamento e di riforma organica del sistema istituzionale e dei rapporti tra pubblico e privato, non attraverso soluzioni dettate dall’emergenza e di breve respiro. Tutto ciò vale a tutti i livelli e la riorganizzazione sanitaria mancata, il sistema infrastrutturale – tv mare e tav – proposti non rispondono alle esigenze reali di sviluppo. Vogliamo uno sviluppo di sistema che preveda una progettazione ed una realizzazione delle reti infrastrutturali e della mobilita’ in grado di valorizzare e di facilitare l’accesso al sistema economico, sociale e produttivo. Vogliamo uno sviluppo guidato dal principio della responsabilità, competenza e sussidiarietà che permetta il più ampio accesso possibile ai servizi alla persona la quale attraverso le sue scelte potrà determinare il proprio essere nella società.

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