La Treviso Mare proposta dal PD ha l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio, sfruttarne le potenzialità paesaggistiche, turistiche e naturalistiche, vogliamo strade scorrevoli, ma non infrastrutture invasive ed esagerate rispetto alle necessità. Vogliamo uno sviluppo ecocompatibile basato sulla valorizzazione delle attività turistico ricettive del territorio. Per fare questo proponiamo una strada libera da pedaggi, connessa al territorio in modo da consentire a tutti di godere delle attività enogastronomiche che stanno tra Meolo e Jesolo. Si deve facilitare l’accesso alle attività produttive che si trovano lungo questo asse, senza intasare le strade interne. E’ utile ricordare, inoltre, che la variante alla SS14 non è una strada di collegamento con il mare, utile solo d’estate, ma è una sorta di tangenziale della città del Piave che, assieme al secondo ponte svolge l’importante funzione di assorbire il traffico di attraversamento che altrimenti si riverserebbe nei centri di Musile e San Donà (come avveniva fino alla apertura del ponte). Per questo sarebbe fuori di ogni logica trasformarla in strada a pagamento, con il rischio di ritornare alla situazione precedente. Una strada serve se collega a rete il territorio, senza essere invasiva per l’ambiente, con flussi di traffico e capacità stradali adeguati, se è sicura. L’attuale Treviso mare risponde a tutte queste cose, tranne all’aspetto sicurezza. Sicurezza, rispetto e valorizzazione del territorio questo porta il progetto proposto dal PD di Meolo, Musile e San Donà, ora chiediamo che venga accolto per soddisfare le esigenze di tutti i cittadini, di tutte le province e di tutti gli imprenditori residenti lungo l’asse stradale in questione.
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Inviato da: il concerto
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e, riprendere la proposta che ho sentito da una donna di Caposile intervenuta ad un dibattito: “perchè non fare un ponte che da Portegrandi vada diretto fino al Cavallino? Sapete quanto meno traffico attraverserebbe la nostra zona? Si asfalta la nostra terra per non dare fastidio ai pesci …” Lo so che mettere in discussione la intangibilità della palude è visto come un peccato mortale, ma forse non lo è!