Abbiamo voluto vedere gli atti prima di pronunciarci sulla ennesima sparata della Sindaca e Presidente della Provincia di Venezia.
Verrebbe da ridere se la cosa non fosse tremendamente seria e espressione di una concezione della cosa pubblica autoritaria.
Per chi ha vissuto in Italia, dopo il Fascismo, in piena libertà di espressione e di associazione quanto accade a San Donà di Piave non può che inquietare.
La libertà di espressione e di manifestazione politica è tutelata dalla nostra costituzione, sta nella dichiarazione dei diritti universali dell’uomo. Solo i regimi totalitari non la riconoscono.
L’eventuale attività di propaganda non può essere limitata “evitando collocazioni di strutture sparse per la manifestazione che possano causare intralcio alle persone, con conseguenti problemi di ordine pubblico …”. Chi conosce la Fiera del Rosario sa che non sarà certamente un capannone regolarmente autorizzato a creare intralcio alle persone. La delibera della Giunta è stata così tradotta dal solerte Comandante della Polizia Municipale “ E’ fatto
divieto di svolgere attività di propaganda a favore di partiti o di gruppi politici di associazioni sindacali,
tramite la vendita e distribuzione di qualsiasi oggetto o diffondere immagini di persone con notizie e
apprezzamenti di natura politica e sindacale”.
Probabilmente era troppo anche per il Comandante e il Sindaco ha dovuto assumere su di sé il potere di ordinanza e, motivandola con imprecisati motivi di ordine pubblico, ha imposto il suo volere.
Il Sindaco Zaccariotto deve dimostrare ai capi lombardi che è lei che comanda e che l’onta di aver dovuto ritirare l’iniziativa di Miss Padania (a causa delle polemiche sollevate comunque dal PDL locale) è stata lavata impedendo l’esercizio alla libertà di espressione e di manifestazione dei Partiti.
Non si fa politica ne si amministra una comunità vietando le idee diverse e la libertà di espressione.
Questo è l’abc della politica ma soprattutto della convivenza civile: arroganza e abuso di potere fanno a botte con la Democrazia.
Se lo ricordi il Sindaco e con Lei chi ha approvato quella delibera.
Sono un Parlamentare della Repubblica, ho fatto il Sindaco del mio Comune per molti anni e non ho mai pensato di coartare la libertà degli altri per pretendere di avere ragione.
E’ ovvio che se l’Ordinanza non verrà ritirata non mi sarà possibile partecipare all’inaugurazione in
rappresentanza del territorio e del Parlamento: sono un personaggio politico e quella Ordinanza vieta anche a me di essere presente in forma pubblica a quell’iniziativa.
Forse che il Sindaco ha intenzione di vietare l’esposizione dell’effige di Alberto da Giussano, noto simbolo leghista, sul bavero della giacca dei Parlamentari leghisti che presenzieranno alla cerimonia o di multarli se si rifiutassero? Siamo al ridicolo.
Userò tutti gli strumenti che la legge, la costituzione e la democrazia mi consentono per evitare che un atto così grave ferisca la libertà di tutti noi e la dignità dei cittadini Sandonatesi cittadini tolleranti e sinceri democratici.
On. Rodolfo Viola
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