lunedì, 10 Gennaio 2011
Comitato contro i disagi causati dal passaggio al digitale terrestre nel Veneto Orientale
Shorturl: https://pdsd.it/908
A un mese dal passaggio al digitale terrestre nel Veneto e Friuli ci sono oltre centomila famiglie che non riescono ancora a vedere le reti Rai. Molti, resisi conto dell’inutilità di attendere la soluzione del problema da parte della Rai, hanno provveduto, a proprie spese, a chiamare l’antennista per adeguare la propria antenna alla nuova banda e frequenza di trasmissione. Infatti NON E’ IL NUOVO CODICE DI TRASMISSIONE (DA ANALOGICO A DIGITALE) ad impedire la ricezione dei canali Rai, ma la scelta della Rai di cambiare banda e frequenza di trasmissione in questa zona del Veneto. Che fare ora? Per ricevere il segnale BISOGNA RICORRERE ANTENNISTA. Costi? Da un’indagine fatta direttamente presso i cittadini che lo hanno già fatto abbiamo riscontrato, nella migliore delle ipotesi (riorientamento antenna) un costo inferiore ai 100,00 euro; nei casi in cui sia invece necessario intervenire modificando o sostituendo l’antenna, la cifra si avvicina ai 500,00 euro. Il passaggio al digitale ha comportato pertanto a moltissime famiglie un grave disagio (interruzione prolungata nella ricezione dei canali RAI) e un danno economico. Questo non doveva accadere. Soprattutto nel periodo natalizio in cui è uso trascorrere più tempo in famiglia, in compagnia anche della TV e per i tecnici è molto più complicato sistemare le antenne sui tetti.
Abbiamo denunciato questo problema, sia alla stampa che al Governatore Regionale Luca Zaia, alla Provincia e alla Conferenza dei Sindaci, ancora lo scorso 11 dicembre. La Regione ha delegato l’assessore Daniele Stival, di Pramaggiore, a riceverci, a Venezia, il prossimo 5 gennaio. Il Presidente della Conferenza dei Sindaci Igor Visentin ha promosso un incontro con tecnici Rai Way e antennisti che si è tenuto il 22 dicembre scorso. Nell’incontro la Rai ha riconosciuto la veridicità della situazione da noi denunciata e ai pochissimi tecnici presenti è stato richiesto un prezzo d’intervento calmierato. A tutt’oggi non ci sono stati risultati concreti.
E’ stato proposto, sia da noi che dal Sindaco Paolo Anastasia di Fossalta di Portogruaro lo sciopero del canone Rai e l’avvio di una class action. Soluzioni che, in seguito a successivi approfondimenti, non pare siano percorribili con efficacia. Per quanto riguarda il canone Rai la legge (R.D.L.21/02/1938 n.246) dispone che “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi deve pagare il canone di abbonamento TV. Trattandosi di un’imposta sul possesso o sulla detenzione dell’apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall’uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive.” Trattasi pertanto di una tassa di possesso e non di un canone di abbonamento a un servizio radiotelevisivo. Lo “sciopero del canone” è fattibile solo previa cessazione della proprietà dell’apparecchio televisivo. Una soluzione, provocatoria, potrebbe essere allora quella di cedere tutti la proprietà del televisore al nostro comune di residenza e questo pagare un unico canone per tutti i televisori posseduti e lasciati in comodato d’uso ai cittadini….
Anche l’Azione Collettiva Risarcitoria è di difficile realizzazione in quanto la legge che la disciplina, (n. 244 del 24-12-2007, art. 2, 446° comma, entrata in vigore a gennaio del 2010) prevede che il potere di avviare l’azione di classe non sia più in capo agli enti rappresentativi dei consumatori danneggiati (associazioni o comitati), ma al singolo componente della classe. Questo e altri vincoli imposti dalla norma rendono poco vantaggioso il ricorso a questo strumento. Stiamo pertanto studiando la presentazione di singole azioni legali mirate al risarcimento del danno subito.
Per dare una concreta risposta alle centinaia di cittadini che ci contattano per chiederci cosa possono fare, invitiamo tutti i Sindaci dei comuni dove è presente il problema ad attivarsi per:
1) mettere a disposizione l’ufficio comunale che ha maggior apertura al pubblico (anagrafe?) per raccogliere le Denuncie di disagio in seguito al Passaggio al Digitale Terrestre da presentarsi a cura dei cittadini usando uno stampato che proponiamo e alleghiamo alla presente;
2) mantenere i contatti con questi cittadini per informarli puntualmente sulle azioni legali da intraprendere per ottenere un risarcimento del danno subito.
3) Pubblicizzare capillarmente queste iniziative affinché i cittadini ne vengano a conoscenza;
4) Invitare i cittadini che ricorrono all’antennista a conservare copia della fattura del lavoro eseguito.
5) Costituire un gruppo di lavoro, comprensoriale o interregionale, per individuare la modalità risarcitoria più efficace per i cittadini.
Abbiamo denunciato questo problema, sia alla stampa che al Governatore Regionale Luca Zaia, alla Provincia e alla Conferenza dei Sindaci, ancora lo scorso 11 dicembre. La Regione ha delegato l’assessore Daniele Stival, di Pramaggiore, a riceverci, a Venezia, il prossimo 5 gennaio. Il Presidente della Conferenza dei Sindaci Igor Visentin ha promosso un incontro con tecnici Rai Way e antennisti che si è tenuto il 22 dicembre scorso. Nell’incontro la Rai ha riconosciuto la veridicità della situazione da noi denunciata e ai pochissimi tecnici presenti è stato richiesto un prezzo d’intervento calmierato. A tutt’oggi non ci sono stati risultati concreti.
E’ stato proposto, sia da noi che dal Sindaco Paolo Anastasia di Fossalta di Portogruaro lo sciopero del canone Rai e l’avvio di una class action. Soluzioni che, in seguito a successivi approfondimenti, non pare siano percorribili con efficacia. Per quanto riguarda il canone Rai la legge (R.D.L.21/02/1938 n.246) dispone che “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi deve pagare il canone di abbonamento TV. Trattandosi di un’imposta sul possesso o sulla detenzione dell’apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall’uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive.” Trattasi pertanto di una tassa di possesso e non di un canone di abbonamento a un servizio radiotelevisivo. Lo “sciopero del canone” è fattibile solo previa cessazione della proprietà dell’apparecchio televisivo. Una soluzione, provocatoria, potrebbe essere allora quella di cedere tutti la proprietà del televisore al nostro comune di residenza e questo pagare un unico canone per tutti i televisori posseduti e lasciati in comodato d’uso ai cittadini….
Anche l’Azione Collettiva Risarcitoria è di difficile realizzazione in quanto la legge che la disciplina, (n. 244 del 24-12-2007, art. 2, 446° comma, entrata in vigore a gennaio del 2010) prevede che il potere di avviare l’azione di classe non sia più in capo agli enti rappresentativi dei consumatori danneggiati (associazioni o comitati), ma al singolo componente della classe. Questo e altri vincoli imposti dalla norma rendono poco vantaggioso il ricorso a questo strumento. Stiamo pertanto studiando la presentazione di singole azioni legali mirate al risarcimento del danno subito.
Per dare una concreta risposta alle centinaia di cittadini che ci contattano per chiederci cosa possono fare, invitiamo tutti i Sindaci dei comuni dove è presente il problema ad attivarsi per:
1) mettere a disposizione l’ufficio comunale che ha maggior apertura al pubblico (anagrafe?) per raccogliere le Denuncie di disagio in seguito al Passaggio al Digitale Terrestre da presentarsi a cura dei cittadini usando uno stampato che proponiamo e alleghiamo alla presente;
2) mantenere i contatti con questi cittadini per informarli puntualmente sulle azioni legali da intraprendere per ottenere un risarcimento del danno subito.
3) Pubblicizzare capillarmente queste iniziative affinché i cittadini ne vengano a conoscenza;
4) Invitare i cittadini che ricorrono all’antennista a conservare copia della fattura del lavoro eseguito.
5) Costituire un gruppo di lavoro, comprensoriale o interregionale, per individuare la modalità risarcitoria più efficace per i cittadini.
Si parla di: digitale terrestre
Lascia un commento