lunedì, 21 Novembre 2011

Conferenza sul Partito: relazione di zona

https://pdsd.it/1264

Il PD, di fronte all’attuale situazione di instabilità culturale, sociale, economica e finanziaria, ha dimostrato di essere una forza politica solida. Aver accettato il Governo di Larghe intese implica una grande responsabilità e comporta l’accettazione di riforme importanti che peseranno su tutti i cittadini. Il nostro Partito dovrà avere la forza di spingere verso riforme che perseguano il principio di equità (patrimoniale), che pesino soprattutto sui ceti abbienti, secondariamente sui ceti medi e bassi.

Siamo chiamati ad essere coscienti ed evidenziare che il governo Berlusconi non ha fatto gli interventi dovuti, negando fino all’ultimo l’esistenza stessa della crisi economica che ha investito l’Italia e l’Europa. Siamo stati richiamati dall’Europa e dal Nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al rispetto delle regole comuni e a mettere in atto interventi conseguenti che il nostro Paese, irresponsabilmente, non ha adottato, dimostrando un’estrema debolezza politica. Deve esserci, inoltre, la consapevolezza che se vogliamo uscire dal cosiddetto “berlusconismo” è necessario avere il coraggio di invertire completamente la rotta rispetto alla cultura dell’individualismo prima di tutto nella gestione della risorsa pubblica. E’ importante che questa fase di transizione venga gestita con vitalità dal PD che avrà l’obbligo comunicare con chiarezza le motivazioni di alcune scelte, le proprie proposte e dimostrare che è l’unica forza politica in grado di rispondere in modo giusto al cambiamento culturale che l’elettorato richiede. Come PD siamo tenuti a dimostrare che non abbiamo rinunciato al ruolo della politica che sa guidare e controlla i processi, ma che stiamo operando per un cambiamento necessario in un momento di arretratezza causata, anche, da una cultura ventennale guidata dall’individualismo e dalla speculazione. Sulla base di queste riflessioni diventa prioritario non rinunciare al ruolo della politica che conduce un cambiamento culturale che ci faccia uscire dalla cultura dell’individualismo. Per fare questo è necessario utilizzare tutti gli strumenti comunicativi ed usarli in modo diverso a seconda dell’utenza e degli spazi (tv, internet, stampa..). E’ necessario ritornare ad una comunicazione che fa ragionare le persone e non cerca di agire sulle mere leve emotive. Abbiamo tre organi di stampa (Unità, Europa, Riformista) e diventa importante dare messaggi che non si contraddicano e che facciano promozione positiva del PD. Dobbiamo unire la necessità di comunicare concretezza e di mettere in atto la capacità raziocinante delle persone.
Se il PD vuol essere la guida del cambiamento culturale deve impossessarsi dei simboli di unità internazionale – Europa -, ma anche di quelli che hanno caratterizzato la storia del nostro territorio come il Gonfalone, simbolo di cui si è impadronita la Lega dando l’immagine di un Veneto settario, chiuso. Questa cultura si è dimostrata fallimentare e ha bloccato la laboriosità, la solidarietà, la dimensione di coesione sociale che hanno sempre rappresentato gli elementi virtuosi del Veneto.
Il PD deve riuscire a dare messaggi chiari di coesione sociale partendo dalle proposte, ma anche, dalla sua organizzazione interna. Per questo diventa essenziale comunicare lo spazio in termini di progettualità che il PD sta dando alle donne e ai giovani. Se gli studi dimostrano che le donne e i giovani sono essenziali per una crescita economica stabile, allora è prioritario che il nostro Partito dia spazio a queste “categorie sociali”. Questo elemento, però, va congiunto al problema della competenza, che deve dimostrare chi vuole impegnarsi nei percorsi politici. Tali soggetti dovrebbero partecipare a percorsi formativi che è importante siano accessibili in termini di allocazione geografica e di risorse economiche.
Non dobbiamo, però, cadere in divisioni o esaltazioni di bandiera, cioè nell’enfatizzazione esagerata delle singole categorie (giovani, donne, esperti..), che hanno valore se visti nell’insieme, se si mescolano e discutono all’interno dei luoghi ufficiali del Partito, se dimostrano competenza e sviluppano esperienza politica.
Il Pd deve riuscire a mettere insieme, per discutere e confrontarsi, anche le diverse prospettive culturali, etiche che esistono al nostro interno e che spesso sono trasversali rispetto alle sensibilità esistenti. La relazione di Bersani propone degli osservatori che potrebbero essere messi a disposizione, anche, a livello locale. L’esistenza di questi osservatori e la discussione e il confronto permetterebbero di dare segnali di coinvolgimento, di accoglienza e di riferimento per i movimenti culturali etici esistenti e nascenti.
E’ essenziale valorizzare ed utilizzare seriamente i luoghi ufficiali della discussione del Partito, i luoghi della decisione (direttivi, assemblee di zona, assemblee e direttivi provinciali, regionali, nazionali), questi sono e devono essere i reali luoghi del confronto e della deliberazione politica al fine di mettere, realmente insieme, le diverse esperienze, sensibilità ed evitare la divisioni che portano al rafforzamento dei singoli, ma non del Partito.
Diventa prioritario puntare su una comunicazione chiara e responsabilizzarci tutti, dai livelli locali a quelli nazionali per evitare di dare messaggi contraddittori. Dobbiamo però essere consapevoli che non siamo un partito “ del leader”, ma l’insieme di culture con obiettivi comuni e che il confronto diventa produttivo se cominciamo ad utilizzare gli organi di partito. E’ importante sottolineare che in questo momento siamo l’unica aggregazione politica che si chiami Partito e che accanto a questo abbiamo accompagnato l’importante termine democratico.

Per rendere la politica credibile, diventa primario:

  • 1. riportare l’impegno dentro al partito al concetto di servizio e allontanare l’idea del Partito dei Funzionari e del Partito visto come uno” stipendificio” sicuro;
  • 2. evidenziare e ricordare la necessita di un profondo rispetto delle regole e dei valori etici, praticati nella prassi quotidiana, così come previsto nello Statuto del Partito e nel Codice Etico che ci siamo dati;
  • 2. rafforzare l’organizzazione del Partito;
  • 3. definire l’utilizzo delle primarie come strumento di partecipazione, ma non di risoluzione delle diatribe interne;
  • 4. consolidare il rapporto tra amministratori e partito (es: conferenza programmatica organizzata dal partito sulle prospettive amministrative).

Per raggiungere tutto ciò è fondamentale rinforzare gli organismi di Partito, collegare gli organismi locali ai livelli superiori per riuscire ad organizzare non solo singole iniziative, ma comunicare progetti. La dimensione della progettualità comunica stabilità e chiarezza. L’organizzazione delle zone va in questo senso ed è necessario lavorare perché certi temi vengano affrontati a livello sovracomunale. Questa organizzazione permette una maggiore convergenza di interessi diffusi e facilita la ricerca e l’individuazione di risorse economiche necessarie per far crescere il territorio. Tre sono i filoni su cui possiamo puntare per mettere insieme le diverse realtà del sandonatese (Città del Piave, Città del litorale, Meolo, Ceggia e Torre di Mosto) quali: servizi, residenzialità e lavoro. Nel nostro territorio diventa essenziale questo collegamento per rafforzare l’idea che il litorale deve vivere tutto l’anno se vuole rafforzare la propria economia e che l’entroterra ha risorse in termini di attività ludiche, culturali ed enogastronomiche e di servizi che possono attrarre il turismo. L’assemblea di zona è uno strumento importante e privilegiato per la discussione delle problematiche del territorio e costringe tutti i singoli comuni, esponenti ad essere responsabili e ad essere realmente uniti e non divisi nel protezionismo dell’interesse singolo.
I partiti rappresentano una porta della società e hanno il dovere di chiedere la partecipazione e il confronto con la stessa. E’ importante articolare la propria organizzazione considerando la necessità del confronto con le componenti civili, sociali ed economiche (Conferenza PMI, forum, gruppi di lavoro ecc..) e comunicare la stessa articolazione all’esterno. E’ fondamentale accrescere la capacità di dialogo ed interpretazione delle esigenze della società. Il PD dovrebbe essere fatto di persone che vivono i problemi della società da dentro per evitare il rischio di chiudersi negli apparati.
In questo contesto diventa essenziale il programma di governo, come priorità della nostra azione con la consapevolezza delle specificità dei vari territori.
Nella relazione di Bersani va sottolineato:

  • 1. la necessità di definire uno standard europeo per i costi della politica/partiti, i costi dei parlamentari e la cancellazione degli istituti che in altri stati europei non sono presenti – es: vitalizi;
  • 2. l’importanza di slegare il congresso regionale da quello nazionale per evitare lo schiacciamento dei livelli locali sulle filiere verticali;
  • 3. l’importanza del collegamento con i rappresentanti e le Istituzioni Europee
  • 4. l’ attuazione dell’art. 49 della costituzione;
  • 5. la rappresentanza territoriale negli organi del partito
  • 6.l’ufficio studi per l’approfondimento dei movimenti culturali esistenti.

E’ chiaro che l’applicazione dell’art. 49 della Costituzione deve partire dal funzionamento del nostro partito, degli organismi dirigenti e della democrazia interna al Partito se vogliamo essere uno specchio virtuoso per la società. La partecipazione nelle scelte deve partire dal nostro interno, dal coinvolgimento degli iscritti e dalla trasparenza delle scelte e dell’uso delle risorse, rispettando i principi di correttezza, trasparenza e rigore sottolineati dal segretario Bersani.

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