Per quanto concerne il D.L. approvato oggi in Senato sulla cd. spending review, la segretaria del PD di San Donà, Francesca Zottis, e il coordinatore dei Giovani Democratici del Sandonatese, Marco Fantuz, esprimono alcune perplessità in merito ai provvedimenti sull’università.
Il D.L. colpisce pressoché indiscriminatamente studenti in corso e fuoricorso, con un aumento delle tasse di iscrizione dal 25 al 100% a seconda del reddito – solo gli universitari in regola con gli studi e con un reddito ISEE inferiore ai 40.000€ annui non si vedranno aumentare le tasse (almeno fino al 2016).
Colpire l’università, o meglio, gli studenti universitari non pare la mossa più opportuna.
È pur vero che i ragazzi fuori corso in Italia sono tanti, ma i motivi sono i più svariati. Certamente una buona parte degli studenti si ritrova inevitabilmente in questa condizione, spesso creata ad arte dagli stessi atenei che ampliano così notevolmente le loro entrate grazie alle tasse, già molto consistenti, versate di anno in anno. E se il D.L. aveva come obiettivo la meritocrazia, possiamo ben affermare che dal 2013 all’università non saranno favoriti gli studenti meritevoli, ma quelli che potranno permetterselo, il titolo universitario.
Rispetto ad altri Paesi europei siamo indietro (nella maggior parte dei casi la media dei laureati stranieri è doppia rispetto a quella italiana e, addirittura, in alcuni Paesi come Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Austria l’iscrizione all’università è gratuita), ma le università italiane soffrono soprattutto numerosi problemi legati all’organizzazione, all’offerta didattica e ai servizi offerti agli studenti che pagano annualmente tasse elevate (una media di 1500€ l’anno) senza ricevere in cambio opportunità e formazione adeguate. Probabilmente è proprio risolvendo questo tipo di problematiche che si potrebbe arginare anche un fenomeno come quello dei fuoricorso; senza dimenticare che una buona parte della popolazione universitaria è costretta a dedicare parte del suo tempo “di studio” ad un impiego lavorativo per non pesare eccessivamente sulla famiglia.
Grazie a questa misura approvata oggi in Senato, la possibilità che vi sia un aumento degli abbandoni si fa più concreta, senza tener conto del disincentivo quantomeno inquietante all’iscrizione agli atenei italiani.
Vi è poi un altro dato da tenere in considerazione: a dichiarare redditi molto alti è un numero realmente esiguo di iscritti e quindi il reale ammontare dell’aumento non sarà così consistente.
Se arginare il fenomeno dei fuoricorso in un’ottica meritocratica può rientrare tra le priorità del Governo, riteniamo che le riforme necessarie per raggiungere l’obiettivo siano ben altre – non certo l’aumento indiscriminato delle tasse a carico degli studenti e delle loro famiglie.
In un momento di difficoltà, siamo consapevoli dei sacrifici che tutti (soprattutto chi ha di più) siamo responsabilmente chiamati a fare, ma non si possono colpire le fasce più deboli, i giovani, e mettere a rischio la formazione che rappresenta uno dei motori di sviluppo di un’economia. Scuola ed università sono centrali per ricostruire l’Italia dalle macerie del centrodestra: devono tornare ad essere motore di equità e ugualianza.
Tags: spending review, università
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