Non si cancellano percorsi di civiltà
La legge 194 rappresenta un risultato fondamentale per un paese che aspira a essere civile. Negare questo fatto e ridurre la legge a una mera etichetta abortista è un tentativo di diffondere menzogne e imporre una visione ideologica che nega alle donne libertà fondamentali. La 194 è stata concepita per accompagnare le donne verso scelte consapevoli e offrire loro un percorso di vita completo, prima e dopo l’aborto. Nel corso degli anni, purtroppo, molti di questi servizi sono venuti meno e i consultori nella Regione Veneto sono stati sostanzialmente smantellati, con una diminuzione in investimenti economici ed umani.
La cancellazione della legge 194 comporterebbe un regresso al medioevo. Ricordiamo che durante il dibattito elettorale per le elezioni amministrative, organizzato da SNOQ – Se Non ora quando, tutte le donne presenti, incluse le rappresentanti della maggioranza, si sono pronunciate a favore del mantenimento di questa legge. Ora ci piacerebbe sentire ancora le loro voci. Ci aspettiamo prese di posizione politiche concrete, andando oltre le dichiarazioni formali.
La raccolta di firme per un referendum che richiede l’ascolto del battito cardiaco del feto alle donne che desiderano abortire solleva gravi problematiche etiche e pratiche. L’obbligo di ascoltare il battito rappresenterebbe una violenza! Le parole del sindaco che minimizzano l’importanza politica di questa scelta arrecano ferite enormi alle donne. Donne che si trovano di fronte a una situazione sicuramente dolorosa e complessa. L’ascolto del battito cardiaco potrebbe causare ulteriori traumi e ansie, privando le donne di un ambiente sicuro e rispettoso per prendere una decisione consapevole.
Caro Sindaco, tutte le forze politiche al loro interno possono avere sensibilità diverse, ma cancellare diritti fondamentali e abolire una legge che mira a garantire l’equità è vergognoso! Dobbiamo rispettare la legge 194 e difendere i diritti delle donne.
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