martedì, 11 Luglio 2023

I murales rappresentano una forma di rigenerazione urbana e di socialità

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Mi ritengo profondamente deluso dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza riguardo ai murales presenti nella nostra città. È evidente che manchino di completa competenza e non abbiano minimamente compreso la differenza tra writing e muralismo. È un grave errore confondere le due forme di espressione artistica, segno indistinguibile di vuoti culturali e di competenze piuttosto ampi.

I murales rappresentano una meravigliosa forma di rigenerazione urbana e di socialità.
Sapevamo di avere a che fare con una destra conservatrice e reazionaria, ma non pensavamo fino a questo punto. I murales che nei 10 anni di amministrazione Cereser sono stati dipinti in centro non sono certo vandalismo, ma forme d’arte contemporanea che oltre ad abbellire alcuni angoli della città, hanno valore di rigenerazione urbana e in alcuni casi anche di integrazione, come ad esempio il murales del parco Agorà, che è stato dipinto dai migranti ospitati a San Donà nell’ambito del progetto “Impronte Future” e dal 2017 ha contribuito a rendere più accogliente il parco.

L’intervento di Luca Font in viale Libertà, o quello di artisti locali come Federico Kiko Codognotto in galleria Vidussi (progetto Spiriti Creativi approvato e anche finanziato come buona pratica da Regione Veneto, assessore Donazzan) o Chiara Tubia in galleria Bimbi insieme ad altri famosi artisti venuti da fuori come Basik, Luca Zamoc e Carol Rollo sono un altro esempio di come un muro bianco e triste possa vivacizzare l’ambiente urbano. Sono opere d’arte che trasformano muri anonimi in tele vive e colorate, donando una nuova identità alla nostra città. Cancellare queste opere sarebbe assurdo e priverebbe San Donà di Piave di una preziosa risorsa culturale.

Al contrario, sarebbe da promuoverli e potenziarli, prendendo esempio da molte altre città che li sfruttano anche per incrementare turismo ed economia locale. Difenderemo i murales e invitiamo artisti, cittadini e associazioni culturali a farsi sentire per impedire questa svolta oscurantista, che forse prefigura anche un possibile danno erariale.

Daniele Terzariol

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