Il Sindaco Teso ha passato tutta la scorsa campagna elettorale a sbandierare la continuità politica tra comune, regione e governo come una “manna dal cielo” per San Donà. Avrebbe significato, secondo lui, più investimenti, opere pubbliche veloci e corsie preferenziali nelle scelte.
Il nostro territorio invece ora si trova con una grande opera, la Via del Mare, inutile e dannosa che riverserà sulle strade secondarie già abbondantemente trafficate il flusso di veicoli della Treviso-Mare e come se non bastasse ora scopriamo che San Donà e Musile si troveranno a dover gestire e pagare la manutenzione del Ponte della Vittoria in un contesto nazionale dove il governo taglia i fondi destinati ai comuni.
Ci piacerebbe sapere come verranno divisi i costi tra S. Donà e Musile: a metà o in base al numero di abitanti? Il bilancio di San Donà di Piave non reggerebbe l’impatto delle spese, significherebbe sacrificare lo sviluppo dell’intera città.
Da un anno la città è supina rispetto ai diktat provenienti dall’esterno: se questa è la destra che guarda al territorio anche dall’Europa allora non c’è futuro.
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